La parola "tsunami" è di origine giapponese. Se la si cerca sul dizionario, si scopre che significa "una grande onda marina prodotta da un movimento terrestre sottomarino o da un'eruzione vulcanica". Un megatsunami è il superlativo di questa impressionante espressione di potenza che la natura può creare, con conseguenze catastrofiche. Quando Carl Wittrock completò questa composizione non si erano verificati molti movimenti tellurici di tale portata, ma da allora abbiamo imparato a conoscere le conseguenze disastrose che uno tsunami può avere. Il 26 dicembre 2004 si verificò un forte maremoto nei pressi dell'isola indonesiana di Sumatra. Onde di marea alte 10 metri devastarono le regioni costiere di molti Paesi per miglia e miglia. Lo tsunami causò la morte di migliaia di persone e la distruzione di molti villaggi e città. Ci sono altre aree che corrono il rischio di essere colpite da uno tsunami, come l'isola di La Palma, una delle isole Canarie. Quest'isola è basata sulla crosta oceanica in una zona di frattura e come tale è una delle bombe a orologeria della natura. Le conseguenze di una calamità naturale come un megatsunami sono immense. Nel caso di La Palma, l'onda anomala si sposterà in direzione del Sudamerica, dove potrà raggiungere i 50 km dell'entroterra, distruggendo tutto ciò che incontra. Nella sua composizione Wittrock descrive una giornata ordinaria che avrà un finale inaspettato. Fin dall'inizio sembra che ci sia qualcosa nell'aria, la musica crea un'atmosfera opprimente di disastro imminente. I temi si interrompono, si interrompono all'improvviso, seguiti dal silenzio, suggerendo la calma prima della tempesta. Improvvisamente un breve climax (glissandi nella parte del trombone) indica il maremoto, e il megatsunami è un fatto. Segue un passaggio turbolento che simboleggia l'enorme ondata. Dopo che la forza della natura si è esaurita, subentra la rassegnazione e la composizione si conclude con una maestosa ode alla natura.